Tesori di arte e di fede. Tomo 1. Piemonte, Veneto, Liguria, Emilia Romagna, Toscana, Marche, Umbria, Abruzzo

Il patrimonio architettonico e artistico del Fondo Edifici di Culto

Tesori di arte e di fede, 1
2012, 326 pp., 522 ill. col.
Cartonato di pregio, 23 x 32 cm
ISBN: 9788882657208
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    Proviamo a tornare indietro nel tempo, al fatale 1866. Quell'anno si completava una fase legislativa cominciata sedici anni prima nel Regno di Sardegna con le leggi Siccardi, veniva infatti emanata la legge post-unitaria che soppresse le Corporazioni religiose. Nel 1867 il governo Rattazzi diede avvio alla liquidazione dell'asse ecclesiastico, la parte cattolica si affrettò a definire "eversive" entrambe le leggi. Da un giorno all'altro, con un semplice tratto di penna, un ordine clericale e feudale sedimentato stratificato e rimasto immutato nei secoli, collassava e si scioglieva rovinosamente.
    Passavano alla proprietà e all'uso dello Stato gli edifici di Congregazioni, di monasteri, di conventi subito trasformati in tribunali e in scuole, in ospedali e in ospizi, in galere e in caserme. Una quantità incommensurabile di oggetti d'arte mobili affluiva in massa sul mercato facendo la fortuna di miriadi di antiquari fra i quali primeggiava il mercante internazionale Stefano Bardini. Ciò che non finiva disperso o distrutto, (ed era la parte di gran lunga più grande) alimentò per decenni sia il collezionismo privato che quello pubblico; l'uno e l'altro, nelle miserrime condizioni economiche dell'Italia di allora, a destinazione quasi esclusivamente straniera.
    Colossali devastazioni, perdite immense ha provocato la demanializzazione del patrimonio ecclesiastico. Evento forse necessario nella fase di passaggio del nostro Paese dall'Antico Regime alla Modernità e tuttavia brutale, doloroso, destinato a lasciare nella coscienza civile degli italiani ferite rimaste a lungo aperte.
    Nel vasto naufragio si salvarono dall'uso improprio gli edifici di culto insieme a limitate porzioni dei complessi monumentali più legate o più contigue al culto. Si salvarono perché protette dalla devozione popolare, dalla letteratura, dalla fama degli artisti che vi erano rappresentati, dal loro essere, in maniera più o meno significativa, documenti della storia e della identità nazionali.
    I luoghi sacri conservati al culto pubblico rimasero alla proprietà e quindi alla gestione dello Stato mentre l'autorità religiosa ne assumeva la regolare officiatura. Al F.E.C. (Fondo Edifici di Culto), sono oggi affidate oltre 750 chiese, meno dell'uno per cento del totale (calcolato in circa centomila unità) degli antichi edifici destinati alla pratica religiosa cattolica; dalla "Martorana" di Palermo a Santa Maria della Misericordia di Taggia, affascinante pinacoteca di pittura ligure-piemontese-fiamminga; da Santa Maria Novella di Firenze a San Bernardino di Aquila, che il terremoto del 2009 ha fatto sentire a tutti noi dolorosamente vicino; dal San Domenico di Napoli, dove dormono i re angioini e aragonesi e Tommaso scrisse la sua "Summa Teologia, al Santuario di Fontanellato a Parma, prodigio di eleganza barocca e rococò.
    Chi abita da cittadino o attraversa da turista l'Italia storica è difficile che conosca lo status giuridico delle tante chiese dislocate sul territorio nazionale. Del resto che la croce dipinta da Giotto in Santa Maria Novella a Firenze, che i Caravaggio conservati nella Cappella Cerasi di Santa Maria del Popolo a Roma, appartengano allo Stato o all'ente parrocchia o all'ordinario diocesano o alla congregazione religiosa che custodisce quel luogo, apparirà al visitatore irrilevante. Altro è ciò che interessa. Interessano la buona fruibilità di quei capolavori, la loro corretta conservazione e manutenzione, la aggiornata ed efficace presentazione didattica e scientifica. E' consolante accorgerci che questi sono gli obiettivi guida della attuale dirigenza F.E.C..
    La storia ha costruito l'Italia dissestando distruggendo e poi riassemblando come per un immane rivolgimento tellurico, i suoi strati profondi. Lo strato identitario unificante degli antichi edifici di culto distribuiti su tutto il territorio nazionale dal Piemonte alla Sicilia, è oggi affidato, per una sua piccola ma prestigiosissima porzione, al Fondo Edifici di Culto.
    Chi come me ha servito per tanti anni nella amministrazione italiana dei beni culturali e che ora dall'osservatorio privilegiato dei Musei Vaticani è in grado di apprezzare, con attenzione e sensibilità speciali, l'iridescente mirabile mantello di chiese che copre l'Italia, non può che esprimere vivo compiacimento per tale iniziativa editoriale introdotta dalle mie righe.
    Una rete di perfetta affidabilità affidata agli architetti e agli storici dell'arte delle Soprintendenze garantisce la qualità dei testi. L' ERMA di BRETSCHNEIDER ci assicura del livello del risultato editoriale, improntato ad eleganza e a rigore come da sua mai disattesa tradizione.

    Antonio Paolucci
    Direttore dei Musei Vaticani
    dalla Presentazione del I volume

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    Presentazione (Antonio Paolucci); Premessa; Indice delel scheda; Schede: Piemonte; Veneto; Liguria; Emilia Romagna; Toscana; Marche; Umbria; Abruzzo Indice degli autori; Indice dei nomi; Indice dei soggetti.

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